EU Blue card, in arrivo nuove regole per i lavoratori altamente qualificati
Accordo tra Parlamento e Consiglio su proposta di direttiva. Ecco le novità principali
Procedure e requisiti più flessibili, meno burocrazia e ulteriori incentivi per attrarre nell’Ue lavoratori stranieri altamente qualificati, in linea con le priorità indicate dal nuovo Patto sulle Migrazioni e l’Asilo. È quanto prevede una proposta di direttiva europea che modica le regole sulla EU Blue card (direttiva 2009/50/EC) e sulla quale ieri Parlamento e Consiglio europeo hanno trovato un accordo.
Tra le novità contenute nella proposta, secondo una nota pubblicata ieri dalla Commissione Europea, c’è un abbassamento della retribuzione minima da garantire ai lavoratori, che dovrà essere tra 1 e 1,6 volte la retribuzione lorda media. Si riduce, inoltre, a 6 mesi la durata minima del contratto di lavoro.
Nuove regole faciliteranno il riconoscimento delle competenze professionali per lavorare nel settore dell’ICT. In alcuni settori specifici, potranno chiedere la EU Blue Card anche lavoratori che hanno un’esperienza professionale equivalente a una qualificazione di istruzione superiore.
Per i titolari di Eu Blue Card diventerà più semplice anche cambiare posizione o datore di lavoro: durante i primi 12 mesi dovranno solo completare un nuovo test per il mercato del lavoro (i datori dovranno cioè dimostare che non ci sono lavoratori nazionali disponibili per quel posto…) e solo dopo questo periodo potranno essere obbligati a notificare il cambiamento alle autorità competenti.
Anche i beneficiari di protezione internazionale potranno chiedere la EU Blue Card.
Verranno favoriti i ricongiungimenti familiari. I familiari dei titolari di EU Blue card potranno accompagnarli e anche avere accesso al mercato del lavoro. Inoltre, titolari e famiglia potranno spostarsi dopo 12 mesi con regole semplificate in altri Stati membri e poi far valere cumulativamente questi periodi per l richiesta di un permesso per lungosoggiornanti.
C’è, comunque, ancora molta strada da fare. Quello raggiunto ieri è un accordo politico, ora la nuova direttiva andrà formalmente adottata dai due organi dell’Ue. Poi gli Stati membri avranno 2 anni per recepire le novità nei loro ordinamenti.