Il Bilancio di Competenze ESPoR in Spagna

da | Mar 27, 2020 | Progetto Espor

CEAR, Comisión Española de Ayuda al Refugiado, è un ente no profit che da oltre 40 anni opera nell’accoglienza e integrazione di rifugiati e richiedenti asilo: i suoi oltre 230.000 interventi l’anno, realizzati e gestiti in 18 sedi tra Spagna, comprese le Isole Canarie, e Grecia, hanno raggiunto quasi 32.000 persone provenienti da 120 nazioni diverse, fornendo loro servizi di accoglienza, supporto sociale e psicologico, consulenza giuridica e sostegno alla formazione e all’impiego. Questi numeri, relativi al 2018 e consolidati nel 2019 in occasione del quarantennale dell’associazione, danno la misura dell’impegno di CEAR sul fronte dell’asilo politico e ne fanno uno degli attori più autorevoli nella gestione dei flussi migratori a livello nazionale. In ESPoR, CEAR riveste il ruolo di “Soggetto Aderente Estero”: pur non ricevendo finanziamenti e non svolgendo attività nel progetto, ne condivide gli obiettivi e ne sostiene le azioni. È in quest’ottica di partnership ideale e di networking che si è reso disponibile a ospitare la ricerca su come il Bilancio di Competenze ESPoR possa concretamente valorizzare la loro azione.

            Nell’ambito dell’Area Inclusione di CEAR, équipe interdisciplinari collaborano per costruire percorsi individualizzati di sostegno che mettono al centro i singoli individui, accompagnandoli nel complesso percorso di integrazione. Le azioni direttamente collegate alla formazione professionale, al sostegno dell’occupazione e alle alleanze per l’occupabilità assorbono circa il 12% dell’attività dell’ente: ne beneficiano oltre 6.000 persone l’anno, equamente distribuite tra uomini e donne, delle quali oltre 500 trovano un’occupazione grazie ai 3.000 contatti che gli operatori dell’aera pazientemente tessono con le imprese. Particolare attenzione è rivolta al lavoro in rete, al fine di incentivare le opportunità di autoimpiego nell’ambito tanto dell’Economia Sociale e Solidale quanto dell’impresa tradizionale. In collaborazione con la Escuela Organizacional Industrial (EOI, istituzione pubblica del Ministero dell’Industria spagnolo che offre corsi di formazione per dirigenti e programmi post-laurea in gestione aziendale e sostenibilità ambientale), CEAR è inoltre attiva sul fronte del volontariato aziendale, inteso come strumento di mentoring e accompagnamento all’imprenditoria di rifugiati e richiedenti asilo.

A un primo sguardo si potrebbe pensare che, con tale esperienza alle spalle, vi sia ben poco che CEAR possa chiedere a ESPoR, ma così non è. L’Area Lavoro, infatti, non si avvale di un modello unitario di riferimento utilizzabile dagli operatori per svolgere il bilancio di competenze dei beneficiari e, pur individuandosi tratti comuni d’intervento (alternarsi di colloqui individuali a incontri di gruppo), gli interventi sono declinati nella pratica in modo diverso da ciascun operatore.

Tale eterogeneità riflette lo stato dell’arte dell’offerta formativa spagnola sui temi dell’orientamento e della consulenza alla carriera, che non è molto diversa da quella di molti altri Stati Membri. Studi europei denunciano da tempo la profonda disomogeneità della formazione degli orientatori nelle diverse nazioni europee, dove la career guidance è spesso solo una specializzazione in seno ad altri profili professionali: è materia obbligatoria o viceversa opzionale; è sistematizzata nei cicli didattici o viceversa offerta una tantum, è fornita a più livelli, dai corsi brevi non certificati ai master di secondo livello. Gli stessi studi non solo invitano gli Stati Membri a uno sforzo comune per professionalizzare la consulenza di carriera, ma non tralasciano di sottolineare il valore dei servizi di orientamento rivolti alla particolare categoria dei migranti, identificato come cruciale per diversi motivi: promuovere l’autonomia di chi è appena arrivato e per rafforzare quella di coloro che già vivono nel paese ospitante; familiarizzare i migranti con legislazione, istituzioni e servizi nazionali in materia di housing, salute e previdenza sociale; informarli e supportali nel riconoscimento dei titoli e delle qualifiche ottenuti nel paese d’origine. Per l’aspetto che ci interessa maggiormente, cruciale è il ruolo che i centri di accoglienza possono rivestire nell’impedire un’inutile duplicazione di training formativi, per accorciare i tempi di integrazione lavorativa dei migranti e iniettare dunque adeguata forza lavoro nel mercato del lavoro.

Le riflessioni condotte con CEAR in occasione del nostro incontro a Madrid, cui hanno partecipato anche i colleghi tedeschi e francesi, hanno dunque fatto emergere il valore e l’utilità immediata di un modello di intervento come ESPoR per gli operatori dell’accoglienza spagnoli, che a oggi non dispongono né di formazione teorica né di toolkit utilizzabili nel lavoro quotidiano. Inoltre, le ricerche condotte hanno ulteriormente ribadito la convinzione che le partnership tra Stati membri per lo scambio di buone pratiche e la capacity building in materia di immigrazione e asilo non rispondono solo agli obiettivi propri dei fondi FAMI, di cui il nostro progetto si avvale, bensì si inseriscono in un quadro d’azione dal respiro ben più ampio che, partendo dall’integrazione sociale e lavorativa di ciacun singolo individuo richiedente asilo o rifiugiato, si pro-getta nella direzione della costruzione di una società e di un mercato europei connessi e sostenibili, dove forze lavoro europea e migrante si integrano, arricchiscono e completano l’un l’altra.

 

 

Viviana Campelli

Coordinatore operativo e Responsabile internazionalizzazione ESPoR